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Un ictus cerebrale: le cause e le conseguenze

Una bocca storta, un discorso confuso e un braccio cadente sono sintomi ben noti di un ictus cerebrale. Ogni anno, più di 1 milione di europei soffre di ictus cerebrale. Il rischio di un ictus è più alto nella fascia di età sopra i 70 anni, secondo quanto emerge dal rapporto Burden of Stroke in Europe. Come si verifica un ictus cerebrale e quali sono le sue conseguenze?

Cos’è un ictus cerebrale?

Un ictus, o Cerebro Vasculair Accident (CVA) (in italiano Incidente Vascolare Cerebrale), è un disturbo che colpisce il cervello. A causa di un’ostruzione improvvisa in una vena, una (piccola) parte del cervello viene privata di ossigeno. Più a lungo il fenomeno persiste, più alta è la probabilità che insorgano danni permanenti. Un ictus significa quindi la morte di un tessuto a causa di una carenza di ossigeno. Se il blocco è temporaneo parliamo di un Attacco Ischemico Transitorio detto TIA (Transient Ischemic Attack). In questo caso, i sintomi scompaiono nel giro di pochi minuti fino a un massimo di 24 ore. Un attacco di questo tipo è dunque diverso da un ictus cerebrale, ma può sicuramente rappresentare un’avvertimento di un ictus cerebrale. Quando gli effetti si prolungano, parliamo invece di un CVA. Questa condizione viene anche chiamata ictus. Tuttavia, ictus è il termine generico per le condizioni che causano una carenza di ossigeno nel cervello. Questo include un ictus cerebrale, un TIA e un’emorragia cerebrale.

Un ictus si verifica quando un'arteria o una vena del cervello si blocca. Se l'ostruzione è momentanea parliamo di un TIA.

Come avviene il danno cerebrale dopo un ictus?

L’ossigeno è quindi estremamente importante per il buon funzionamento del cervello. Quando il cervello, o parti di esso, rimangono temporaneamente privi di ossigeno, la prima cosa che viene utilizzata è una scorta di emergenza. Dopo circa 3 minuti questa provvista si esaurisce. Se l’ostruzione non viene risolta entro quel lasso di tempo, il danno cerebrale sarà inevitabile. Una volta morta infatti, la parte colpita non potrà più essere risanata. La parte di cervello interessata dipenderà dal punto in cui si verifica il blocco. Alcune parti del cervello sono più vulnerabili di altre. In particolare, l’ippocampo (memoria), il cervelletto (movimento e comportamento sociale) e i gangli della base (rinforzo, inibizione o regolazione dei movimenti) risultano più soggetti ad essere danneggiati. Ciò vale anche per la corteccia cerebrale. Questa è l’area in cui le informazioni vengono ricevute, analizzate e interpretate.

Che il danno si verifichi è chiaro, ma come avviene esattamente è stato scoperto solo di recente. I ricercatori del Maastricht University Medical Centre (UMC) e dell’Università di Maastricht hanno scoperto che quando c’è carenza di ossigeno, il corpo produce un enzima. NOX4, come viene chiamato, rompe lo strato protettivo intorno ai vasi sanguigni del cervello, permettendo alle sostanze e agli organismi nocivi di attaccare il cervello. L’enzima NOX4 provoca anche la morte delle cellule nervose. Inibendo la produzione dell’enzima con l’aiuto di farmaci si riduce il rischio di danni al cervello.

Le cause di un ictus cerebrale

Il restringimento o il blocco di una vena o di un’arteria nel cervello può avere varie cause. Spesso si tratta di arteriosclerosi, di un coagulo di sangue o di un’infezione. La ricerca dimostra che lo stile di vita gioca un ruolo fondamentale nell’insorgenza del CVA. Gli uomini hanno più probabilità di avere un ictud cerebrale rispetto alle donne. Secondo una ricerca universitaria, gli uomini hanno infatti maggiori probabilità di soffrire di pressione alta e questo rappresenta uno dei fattori di rischio per un infarto. Dopo la menopausa, questa distinzione scompare. Le donne hanno una pressione del sangue mediamente pari a quella degli uomini.

Alcuni fattori di rischio per un ictus cerebrale:

  • Pressione del sangue alta;
  • Colesterolo alto;
  • Fumatore;
  • Poco esercizio fisico;
  • Consumo eccessivo di alcol;
  • Predisposizione ereditaria a malattie cardiovascolari.

Le conseguenze di un ictus cerebrale

Le conseguenze di un ictus cerebrale dipendono dall’area colpita. Anche la gravità dell’attacco influisce. In un ictus cerebrale lieve, muoiono meno cellule cerebrali che in un ictus cerebrale grave. Le conseguenze comuni di un ictus cerebrale sono stanchezza, difficoltà di concentrazione e problemi con la cura personale. Altre conseguenze di un infarto cerebrale sono: problemi di movimento, di pensiero e di comunicazione.

Problemi di movimento

Se sono colpiti il cervelletto o i gangli della base, possono verificarsi problemi di movimento. Questi possono includere difficoltà a stare seduti o a camminare, problemi con l’uso del braccio o della mano o difficoltà a deglutire. Anche i movimenti spastici (involontari) e la rigidità muscolare vengono spesso segnalati come conseguenze. Se un ictus cerebrale si verifica nell’emisfero sinistro, la paralisi può verificarsi sul lato destro del corpo e viceversa.

Problemi di pensiero

Non tutte le conseguenze di un ictus sono visibili. I problemi di pensiero ne sono un buon esempio. Questo significa che può essere più difficile osservare e comprendere gli stimoli dei sensi. L’udito, la vista, il tatto, l’olfatto e il gusto possono risultare diversi rispetto a prima della lesione cerebrale. Altre conseguenze includono problemi di memoria e difficoltà a mantenere la concentrazione.

Problemi di comunicazione

Un ictus cerebrale può anche causare problemi di comunicazione. Una persona potrebbe non essere in grado di esprimersi al meglio, poiché parlare e scrivere potrebbe essere più difficile. Allo stesso tempo, potrebbe anche succedere che seguire una conversazione, leggere o capire il linguaggio del corpo non sia più così facile. In quel caso è stato colpito il centro del linguaggio, un’area dell’emisfero sinistro del cervello. Parliamo allora di afasia.

In ospedale i medici fanno una TAC o una risonanza magnetica del cervello per vedere quali sono le conseguenze dell'ictus.

Trattamento dell’ictus cerebrale

Per trattare adeguatamente un ictus cerebrale, è importante ottenere assistenza medica il più presto possibile. Se qualcuno ha la bocca storta, un linguaggio confuso o un braccio paralizzato, occorre chiamare immediatamente il 112. Questi sono chiari segnali di un ictus cerebrale. Anche la perdita di forza o la paralisi, la visione doppia o la cecità spontanea e le vertigini gravi sono sintomi. I sintomi di un ictus cerebrale variano da persona a persona. In ospedale si può determinare se si tratta di un ictus cerebrale o di un’emorragia cerebrale. In un’emorragia cerebrale una vena o un’arteria del cervello viene recisa, causando un flusso di sangue nel cervello. Le radiografie del cervello sono spesso eseguite con una TAC. Un’analisi del sangue, un’ecografia dei vasi sanguigni del collo e una risonanza magnetica possono rientrare negli esami. I risultati determinano quale cura sia necessaria.

Nelle prime quattro ore e mezza dopo la comparsa dei sintomi, il coagulo può essere dissolto dai farmaci. Prima si interviene, meno danni si avranno al cervello. Questo metodo è anche chiamato trombolisi endovenosa. Una volta passate le prime quattro ore e mezza, si può tentare di rimuovere l’ostruzione mediante una trombectomia intra-arteriosa. In questo caso viene inserito un tubo sottile attraverso l’arteria femorale per liberare la vena nel cervello. Questo trattamento può essere eseguito fino a sei ore dopo l’infarto.

La prognosi dopo un ictus cerebrale

Lo scenario dopo un ictus cerebrale dipende da dove si è verificato e se si è intervenuti in tempo. Anche l’età e la gravità dell’ictus sono fattori determinanti. Il recupero maggiore avviene nei primi 3 mesi, ma può avvenire anche nei mesi successivi, afferma April Pruski, specialista nel recupero degl’ictus cerebrali. Nella maggior parte delle persone, non si nota più alcun miglioramento dopo un anno. In quel periodo saranno chiari gli effetti permanenti. Questi sono spesso realmente evidenti solo quando si riprende la vita quotidiana. Il trattamento si trasformerà quindi dal miglioramento delle funzioni cerebrali all’imparare a convivere con le conseguenze. Ecco perché è così importante agire correttamente, anche in caso di TIA. Prima può essere iniziato il trattamento, migliori sono le prospettive.

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